Il mio piccolo spazio virtuale partecipa a un'altra bella iniziativa: il blogtour dedicato alla nuova trilogia di Ilaria Militello, Love Vampire. Nello specifico, il tour riguarda il terzo libro: "La strega vampiro". Questa è la quarta tappa, e vi presento un capitolo.
LOVE VAMPIRE - LA STREGA VAMPIRO
Ilaria Militello
Casa editrice: Self-publishing
Genere: Fantasy
202 pagine
Prezzo edizione digitale: 2,99 euro
SINOSSI
Cosa si fa per amore?
Nella vita si hanno sempre delle scelte e alcune sono più difficili da prendere, soprattutto se riguardano la tua eternità.
Ora che tutto è stato svelato a Lùlea non resta che decidere: una vita eterna con Alex come vampiro o salvare tutti dalle manie di grandezza di Lauriee, ma questo significa diventare una strega e non poter stare con Alex.
Nuove verità sconvolgeranno i due protagonisti e la pressione di una scelta importante metteranno a dura prova il loro amore.
Ma quello fra Alex e Lùlea non è un banale amore, ma un legame che dura nel tempo. Loro sono destinati da sempre a ritrovarsi e stare assieme, ma riusciranno questa volta a concedersi la loro eternità?
Cosa sceglierà infine Lùlea, una vita da strega o da vampiro?
Ogni scelta ha un prezzo e per quanto esso sia caro, bisogna sempre scegliere alla fine.
Nella vita si hanno sempre delle scelte e alcune sono più difficili da prendere, soprattutto se riguardano la tua eternità.
Ora che tutto è stato svelato a Lùlea non resta che decidere: una vita eterna con Alex come vampiro o salvare tutti dalle manie di grandezza di Lauriee, ma questo significa diventare una strega e non poter stare con Alex.
Nuove verità sconvolgeranno i due protagonisti e la pressione di una scelta importante metteranno a dura prova il loro amore.
Ma quello fra Alex e Lùlea non è un banale amore, ma un legame che dura nel tempo. Loro sono destinati da sempre a ritrovarsi e stare assieme, ma riusciranno questa volta a concedersi la loro eternità?
Cosa sceglierà infine Lùlea, una vita da strega o da vampiro?
Ogni scelta ha un prezzo e per quanto esso sia caro, bisogna sempre scegliere alla fine.
CAPITOLO 2
Possibile che mi ero immaginata tutto? Possibile che
mi ero sognata la botola? Eppure anche Iomene aveva detto che c’era o almeno in
quel punto c’era la magia, forse una magia che nascondeva qualcosa. Ero
disperata, le fiamme iniziavano a far cadere i pezzi del tetto su di noi e
sarebbero bastati pochi secondi e l’intera stalla avrebbe preso fuoco e saremmo
morti tutti. Mi veniva da piangere, possibile che sarebbe finita così
squallidamente? Alex e gli altri discutevano se e come uscire. Accanto a me si
aprì una fessura e mi ci avvicinai, da lì proveniva un’aria umida, ma fresca.
Una mano uscì e mi afferrò per un braccio tirandomi dentro, urlai e mi dimenai
ma era tutto inutile, caddi a terra.
«Diamine se ti muovi, sta ferma!», mi disse un omino
piccolo accanto a me. Era probabilmente un nano. Aveva dei lunghi capelli
castani e una corta barbetta.
«Lasciami!», urlai. «Alex!»
«Zitta, non chiamarli.»
«Sì invece!», urlai di nuovo.
«Sono spacciati, lasciali bruciare, tu verrai con me.»
«No!», urlai di nuovo, ma l’uomo mi legò i piedi e mi
caricò su di un pony e poi partì a razzo. Gli zoccoli dell’animale risuonavano
come in una caverna. Intorno a me era buio e non potevo assolutamente muovermi.
Le mie gambe toccavano terra.
«Lasciami!», urlai di nuovo, ma l’uomo mi teneva
stretta. Dopo alcuni secondi mi ritrovai fuori, la luna era alta e grande nel
cielo. L’uomo mi lasciò a terra ed io finii tra il fango e il fogliame.
«Accidenti quando sei difficile», mi disse nervosetto.
«Dove siamo, dove mi hai portata?»
«Bè prego per averti salvata», mi disse offeso.
«Voglio tornare indietro, voglio tornare da Alex!»,
dissi guardandomi attorno. Non capii da dove fossimo usciti. Ero frastornata e
preoccupata per Alex e gli altri. Erano già bruciati? L’angoscia mi prese e
iniziai ad ansimare.
«Ormai erano spacciati e poi meglio così», mi disse
con disprezzo.
«Ma che dici, come meglio così, non sai quel che dici!
Voglio che mi riporti indietro!», urlai fuori di me.
«Ehi piccola prepotente, non m’importa chi tu sia. Il
mio compito era salvarti e portarti qui, fine!»
«Ma chi cavolo te l’ha chiesto!»¸ sbottai nervosa. Ero
ancora seduta a terra e non avevo le forze per rialzarmi, il solo pensiero che
forse avevo perso Alex e non avevo nemmeno potuto salutarlo per l’ultima volta
mi faceva star male. Sentii gli occhi umidi, da lì a poco sarei scoppiata a
piangere.
«Oh vedrai che starai meglio senza di loro. Non
dovresti frequentare creature così, non avrai una bella reputazione», mi disse
con ironia e lo fulminai con lo sguardo. «Oh Principessa della gentilezza
guarda che era per ridere.»
«Ti sembra che io stia ridendo?», dissi brusca e mi
guardai attorno per cercare il punto da dove eravamo arrivati.
«Ti sfido a ritrovare la via di prima», mi disse
ridendo. Avrei voluto strangolarlo, vidi sul pony una fondina e da essa ne
usciva un’elsa. La estrassi e la puntai alla gola del piccolo uomo che cessò
all’istante di ridere.
«Adesso non ridi più vero?», chiesi con ironia. «Ora
fai il bravo e mi riporti dove mi hai preso, subito!», dissi decisa. L’omino
sbuffò infastidito.
«Subito», ripetei e poi tra due massi ben uniti fra
loro uscirono come schegge Alex e gli altri.
«Lù, stai bene?», mi chiese preoccupato e fui felice
di trovarmelo sano e salvo davanti agli occhi. Lasciai perdere l’omino,
gettando la spada a terra e mi buttai fra le sue braccia.
«Pensavo di non rivederti più», gli dissi quasi
commossa.
«A chi lo dici amore», mi disse posando la sua fronte
sulla mia.
«Oh che scenette da far venire il diabete», disse sgarbato
l’uomo. Alex lo guardò male e poi prese la piccola spada che poco fa tenevo in
mano e la puntò verso di lui.
«Chi sei e come ti sei permesso di portare via Lù?»,
domandò minaccioso.
«Non so se l’hai notato, ma l’ho salvata amico»,
rispose infastidito. «Cos’è, ti sei offeso perché grazie a me è viva, oppure
perché di ho detto che fate scenette da diabete? Sei un demone dovresti
uccidere e non fare il rammollito», disse con disprezzo. Alex avvicinò la lama
sempre di più al suo collo.
«Non hai risposto alle mie domande»¸ disse serio e
rabbioso.
«Va bene», disse sbuffando lui. «Mi chiamo Dronel e
sono stato incaricato di portare in salvo la ragazza.»
«Da chi?», chiese ancora rabbioso Alex.
«La regina Mab in persona», rispose fiero.
«Dorothy è con lei?», gli chiese più calmo Alex.
«Figurati se lo vengo dire a te.»
«Siamo amici. Sono Alexandre Turner», disse Alex
sicuro.
«Tu?», chiese Dronel sospettoso, poi mi guardò. «Oh
certo avrei dovuto capirlo. Bè in questo caso cambia tutto. Vi porterò dove
volete andare, da chi state cercando, ovvio se loro ve lo permetteranno», disse
sorridendo e indicò alle nostre spalle. Ci voltammo di scatto tutti e delle
figure incappucciate, erano armati di archi e frecce dalla punta d’argento. Non
riuscivamo a vedere i loro volti, ma vedevamo bene i loro archi dorati puntati
contro di noi. Avevano dei lunghi mantelli di colore nero di seta, puntati
all'altezza della gola con dei fermagli d'argento.
«La magia confusionaria di Dorothy è di nostro
vantaggio. Non ci avete avvertiti», disse una voce che avanzava dal gruppo. La
figurava aveva tra le mani una massiccia spada dalla lama d’argento. La luce
della luna la faceva risplendere.
«Chi siete?», ci domandò deciso.
«Prima mostrati e poi parleremo», rispose Kyle e in
testa alla schiera comparì un uomo. Era alto quanto lui, con spalle robuste e
il petto muscoloso. Aveva i capelli legati a chignon ed erano biondi, così
biondi che sembravano bianchi. I suoi occhi erano azzurro cielo e i suoi
lineamenti mi erano famigliari.
«Endinio», disse Alex non felice di vederlo.
«Se non sbaglio voi siete i Turner, gli amici di
Dorothy», disse lui. «E quella deve
essere la ragazza di qui si sente parlare», disse indicandomi.
«Non credevo che gli elfi ascoltassero i
pettegolezzi», gli disse Alex con sarcasmo pungente.
«Lo facciamo quando sappiamo che ci coinvolgono»,
rispose serio. Aveva l’aria da arrogante.
«Non credo che dovrete disturbarvi.»
«Io credo che invece coinvolga tutti», disse sempre
più serio l’elfo.
«Ce la caveremo!», disse bruscamente Alex.
«Io non credo proprio», ribatté altrettanto brusco
lui. Tra i due c’erano scintille di fuoco.
«Ehi ragazzi calmiamo i toni, non è il caso di
litigare» , disse Kyle, facendo segno a suo fratello con la mano di calmarsi.
«Che ci fate qui?», chiese Endinio.
«Siamo qui per Dorothy. Lei ci ha cercato, tuo
fratello ha portato una lettera a Lù», spiegò Kyle con calma ed Endinio lo
fulminò con lo sguardo.
«Mio fratello?», chiese sospettoso. «Non dire balle
demone!», urlò e sentimmo le corde degli archi tirarsi. Alex si mise davanti a
me per proteggermi.
«Non fare il furbo demone, sai che se le nostre frecce
vi trafiggono morirete», gli disse Endinio sicuro di sé.
«Vogliamo solo sapere come sta Dorothy. Non vi abbiamo
mentito, è la verità», gli disse Kyle con la stessa gentilezza di prima, ma
servì a ben poco.
«Non vi deve interessare. Andatevene!», ordinò lui.
«Non ce ne andremo finché non ci direte che fine ha
fatto Dorothy», disse nuovamente Kyle, ma questa volta i suoi toni erano meno
cordiali.
«E allora non ve ne andrete affatto», disse lui aspro.
Alzò il braccio e capii all’istante che dovevo intervenire. Dovevo salvarci da
quella situazione.
«No, non fatelo!», urlai mettendomi davanti a loro.
«Lù, togliti», mi disse Alex afferrandomi per il
braccio.
«No, non mi tolgo», dissi liberandomi. «Vi prego non
fate loro del male, non siamo venuti qui per uccidere Dorothy, se è questo che pensate. Ti giuro
che tuo fratello Emir è venuto da me portandomi la lettera scritta da Dorothy.
Non saremmo qui altrimenti», dissi loro agitata e impaurita.
Gli elfi rimasero immobili per alcuni istanti e a un
cenno del loro capo abbassarono gli archi. Endinio si avvicinò a me e mi
sorrise.
«Lo sai che noi capiamo quando ci mentono?!», mi disse
sicuro di sé.
«Sono tranquilla. Non ti ho mentito!», dissi
altrettanto sicura, sostenendo il suo sguardo.
«Endinio!», disse una voce che si fece largo tra gli
elfi. «Lasciala, ti ha detto il vero.» Era Emir. Sorrisi nel vederlo lì.
Accanto a lui c’era un’altra persona.
Una splendida ragazza dai lunghi capelli castano chiaro e gli occhi
color nocciola.
«Oh! I fratellini al completo ci sono», disse Endinio
con sarcasmo.
«Falla finita! Lasciali stare, Dorothy li vuole vedere
e anche nostra madre», gli disse Emir brusco.
«Non farò entrare questi mostri nella nostra dimora»,
disse con disprezzo. Sentirli chiamare così mi fece innervosire e avrei voluto
tirargli un pugno in faccia. Una rabbia incontrollabile mi stava scuotendo.
Alex mi afferrò la mano come se avesse capito.
«Non lo decidi tu», gli disse la ragazza.
«Io non li scorterò fino a casa», ribatté nervoso lui.
«Sono gli ordini di nostra madre», ripeté infastidito
Emir.
«Sono degli sporchi succhia sangue e lei è una mezza»,
disse con disprezzo. Alex ringhiò e la mia rabbia crebbe.
«Non osare», gli disse Endinio. «Morirai prima di
avvicinarti a me.»
«Bada a come parli orecchie a punta», gli disse Alex
rabbioso e i suoi occhi iniziarono a spegnere il colore.
«Non ho paura», gli disse con sfida Endinio.
«Siamo tutti bravi a parlare con un esercito che ci
difende. Voglio vederti da solo!», gli disse Alex. Endinio si gonfiò d’orgoglio
e si fiondò addosso ad Alex, lui mi spinse fra le braccia di Kyle e iniziò a
lottare con la minuscola spada che aveva preso prima dalle mie mani.
«Fermi!», urlò Emir. «Maledizione Endinio!», disse
andando verso suo fratello.
«Alex!», urlai mentre cercavo di raggiungerlo, ma Kyle
mi teneva stretta. Endinio affondò la spada, ma Alex la schivò veloce. Poi
fermò un altro colpo.
«Mi basterà ferirti feccia», gli disse con disprezzo
Endinio.
«Se ci riesci», ribatté sicuro di sé Alex. Pregai che
la finissero. Endinio fece roteare la spada sopra la testa di Alex e lui si
piegò all’indietro come un contorsionista, poi gli sferrò un calcio sulla
faccia. Endinio urlò di rabbia e disarmò Alex. Era la sua fine. Urlai e mi
liberai dalla presa di Kyle mi misi fra Alex ed Endinio proprio mentre stava
per colpirlo e chiusi gli occhi aspettando di sentire che la grossa spada mi
trapassasse, ma sentii due lame che si scontravano.
«Che diavolo fai Emir?», ruggì rabbioso Endinio.
Riaprii gli occhi ed Emir aveva bloccato la spada di suo fratello con la sua.
«Ora basta Endinio! Se li uccidi nostra madre non ti
perdonerà. Lei dovrà salvarci, non dimenticarlo. Portale rispetto!», disse spingendolo
via. Endinio sgranò gli occhi ed Emir abbassò la spada guardando il fratello
serio.
«Non provarci mai più», gli disse Endinio.
«Non provare mai più tu a volerla uccidere», disse
riferendosi a me.
«Ora finiamola di fare i buffoni. Nostra madre aspetta
e lei odia aspettare», disse la ragazza seria e s’incamminò. Emir ci fece cenno
di seguirla.
«Grazie», dissi.
«Di nulla, dovere», mi rispose Emir sorridendo.
«Chi è la ragazza?», gli chiesi.
«Mia sorella di mezzo, Edeine», rispose. Alex incrociò
le dita fra le mie.
«Pazza!», mi sussurrò sorridendo.
«Nessuno ti deve toccare», dissi ricambiando il
sorriso.
«Grazie», mi disse baciandomi dolcemente.
«Andiamo!», ci ripeté Emir serio.
Lo seguimmo fino ai piedi di un grosso albero, nel
fitto del bosco. Davanti ad esso c'era una scalinata di pietra. Edeine mise la
mano sopra l'albero e si aprì un passaggio. Entrammo e le stesse scale che
c'erano fuori, proseguivano dentro, ma a scendere.
«Dove andiamo?», chiesi ad Alex ansiosa e non contenta
di essere di nuovo sotto terra.
«Questo è il passaggio per il loro mondo», mi rispose
deglutendo a fatica.
«Tutto bene?», chiesi perplessa, ma non mi rispose.
«Gli manca l'aria», mi rispose Emir. «A tutti loro
manca», mi disse indicando gli altri.
«Perché?», domandai preoccupata mentre scrutavo i loro
visi uno ad uno, vedendo la sofferenza che provavano.
«Perché il nostro mondo è troppo "puro" per
loro», mi rispose sghignazzando Endinio ed Emir lo inchiodò con lo sguardo.
«Il nostro mondo è differente dal vostro». Mi spiegò
Emir.
«Siete elfi della notte, creature oscure anche voi
no?»
«Non offendere ragazzina. Non paragonarci a tuoi
amichetti», disse con disprezzo Endinio e capii di odiarlo profondamente. Non
lo sopportavo.
«Non siamo dei peccatori noi. Siamo elfi della notte
sì, ma abbiamo l’anima pulita», disse Emir.
«Loro non sono dei peccatori. Non fanno male a
nessuno», dissi infastidita.
«Lù per quanto loro si comportino bene sono comunque
dei dannati, bevono sangue ed è un peccato questo!»
«Lo fanno per vivere proprio come l’uomo mangia la
carne», dissi sempre più infastidita dalle sue parole.
«So che lo vuoi difendere e che hanno un motivo per
bere il sangue, ma è comunque un peccato!»
«Come fate in fretta a giudicare voi, cosa vi rende
così speciali?»
«Ogni cosa», disse Endinio con superiorità.
«Tu non sembri così speciale, sei solo un
presuntuoso», dissi indignata.
«Non provocarmi Principessa», mi disse puntandomi la
spada alla gola. Mi bloccai e Alex si parò davanti a lui.
«Abbassala», disse fra i denti.
«Non darmi ordini, figlio di una strega venduta», gli
urlò Endinio e Alex ringhiò.
«Finitela!», sbottò Emir. «Endinio piantala
d’insultare. Lùlea parlava con me. Va ad avvisare che stiamo arrivando».
Endinio non gradì di nuovo l’intromissione di Emir,
rimase pochi secondi a fissare Alex e poi se ne andò con passo svelto.
«Scusa mio fratello, è un po’ fissato», mi disse Emir.
Annuii.
«Riprendiamo a camminare», ci disse la sorella di
Emir. Aveva una camminata sinuosa e indossava un vestito lungo color lilla. Era
davvero aggraziata. Guardai Alex per vedere se era attratto dalla sua bellezza,
ma non lo vidi per nulla preso, anzi era sofferente. Gli strinsi la mano.
«State male?», chiesi preoccupata.
«Non ti preoccupare, non moriremo», mi rispose Kyle
sorridendomi, ma vedevo il suo sforzo. Vedevo lo sforzo di tutti e mi sentivo
male a vederli così.
«Non si può fare nulla per farli stare un po’
meglio?», chiesi a Emir.
«Soffrono come noi soffriamo nel vostro mondo.»
«Ma voi non mi sembravate sotto sforzo prima.»
«Questione d'abitudine, ma se dovessimo rimanere
qualche giorno in più, patiremo. Una volta non era così. Un tempo quando gli
umani ancora non esistevano e le streghe bianche erano di più, ci era permesso
camminare un po’ di più, ma ogni giorno che passa l’aria del mondo si inquina
di odio», disse con malinconia. Guardai Alex e ogni passo che facevamo, il suo
respiro si faceva sempre più affannato. Iniziai anche io a sentirmi a disagio.
Una parte di me soffriva, era la parte vampiro, la parte di Leila, mentre quella
di Eileen si sentiva a suo agio. Dentro di me iniziò così la lotta dal voler
scappare via da lì e voler rimanere per assaporare il benessere che quel posto
dava. La mia testa era confusa. Non sapevo se correre via oppure proseguire.
Più andavamo avanti e più stavo male e non solo io.
«Basta, fermiamoci», dissi ansimando. Mi girava la
testa e avevo la nausea. Emir mi guardò perplessa. Sua sorella si fermò e mi
guardò seria.
«Volevate vedere Dorothy no?», mi chiese Emir confuso.
«Sì, ma non voglio continuare, almeno non una parte di
me.»
«Capisco. Il tuo lato vampiro ne risente. Dovevo
immaginarlo. Va bene andrò a chiamare Dorothy e mia madre. Edeine tu resta con
loro». Sua sorella annuì ed Emir si affrettò. Gli uomini incappucciati dietro
di noi rimasero.
«Sono le vostre guardie?», chiesi a Edeine. Annuì.
Restammo in silenzio per alcuni secondi in attesa che Emir tornasse. Io mi
assicurai che Alex stesse bene.
«Siete davvero uniti», disse sorridendomi Edeine.
«Sì», dissi felice e lo guardai. Era seduto a terra e
mi sorrise con amore e dolcezza, benché sul suo volto si leggeva la fatica che
faceva a rimanere lì.
«Ora capisco per quale motivo vi chiamano la “coppia
perfetta”»
«Lo eravamo un tempo», precisò Alex.
«Lo siete ancora. I vostri corpi sono diversi, ma
l’amore no! Perfino i nemici sono quelli di sempre», disse Edeine. Non aveva
tutti i torti.
«Io ero un vampiro tempo fa, ora non lo sono più»,
dissi dispiaciuta.
«Non ha importanza cosa sei. Tu sei sempre tu. Non
pensare che non esserlo possa essere un ostacolo per il vostro amore. L’amore
vince su tutto!»
«Su Lauriee non ha vinto.»
«Perché tu non avevi i poteri necessari a
sconfiggerla, ma ora sì per questo ciò che sei lo devi vedere come un dono e
non come una maledizione. Ciò che sei non ti dividerà da lui!»
«Un giorno forse, lui resterà immutato mentre io..»
«Mentre tu invecchierai?», mi chiese Edeine
interrompendomi. Strinsi la mano ad Alex e annuii con tristezza. Edeine rise
con ironia come se avessi detto una scemenza.
«Quanto devi ancora scoprire di te stessa», disse e in
quel momento vidi avvicinarsi a noi due donne, con al seguito una decina di
elfi incappucciati. La prima la riconobbi subito benché fosse un po’ meno
invecchiata. Era Dorothy, ma non quella che avevo conosciuto, era più giovane.
L'altra capii che era Mab, la regina. Era davvero bella. Aveva lunghi capelli
biondi. I suoi occhi erano lunghi e fini, di colore celeste. La sua pelle era
candida e le guance erano rosee, come le sue labbra. Piccole e allungate. Il
suo corpo era snello e sinuoso. Indossava un abito rosa di seta con dei ricami
fatti con tanti piccoli e luminosi diamanti. Da sotto i suoi meravigliosi
capelli lucenti spuntavano due orecchiette a punta, graziose e ornate da
orecchini a pendente di colore rosa, come il vestito. La sua bellezza era
davvero strabiliante e i suoi movimenti erano aggraziati. Era una visione
celestiale.
«Mi fa piacere che mi abbiate trovato», ci disse
Dorothy sorridendo. «Mi spiace che siate dovuti venire fin qui ragazzi. So che
per voi è una sofferenza restare qui, quindi non voglio farvi rimanere più del
dovuto. Mab era curiosa di vedere Lùlea». Mab si avvicinò a me sorridendomi. La
sua presenza così raffinata mi faceva star bene, ma mi procurava anche
fastidio. Mi sentivo soffocare.
«Vedo che in qualche modo la tua parte vampiro sta
uscendo», mi disse seria. Non sapevo che dire. Non sembrava contenta della cosa
e non volevo discutere proprio con lei.
«Mi auguro che riuscirai a tenerla a freno prima del
tuo grande compito», mi disse e poi guardò Alex. «Sai già cosa voglio dirti
vero?», gli chiese con serietà.
«Dipende», rispose lui senza nemmeno guardarla in
faccia.
«Dovrai scegliere presto o tardi e spero che tu faccia
la scelta giusta», gli disse lei.
«Giusta per chi, per voi o per me?», le chiese infastidito
da quella conversazione. «Lei sola dovrà decidere!»
«Non mancarmi di rispetto, non sei nella posizione per
farlo», le rispose lei irritata.
«Non mi permetterei mai di farlo, ma sono stufo che
continuiate a dirmi che devo fare e, che devo fare la cosa giusta per tutti,
sono io a soffrire, non voi, quindi se permettete, farò quello che riterrò
giusto di fare per me e per lei!», rispose Alex deciso ma con tono garbato.
«Non fate scelte che potremmo rimpiangere», disse con
calma e serietà. Alex fece un sorriso sforzato e non sapevo se lo faceva perché
stava patendo nel rimanere lì o perché non voleva sorriderle per davvero.
«Ho già detto che sarà lei a scegliere!», ripeté
secco.
«Ogni sua scelta dipenderà anche te Alexandre. Voi
siete un’unica cosa.»
«Sarà meglio andare adesso..non ce la facciamo più»,
disse rialzandosi con sforzo.
«Sì Alex ha ragione, dobbiamo andare», disse Kyle
rivolgendosi a Mab, che annuì con il capo senza parlare. «Tu che fai Dorothy?»
«Non posso rimanere qui, è chiaro, ma non so dove
andare, la mia casa non è più un luogo sicuro», disse con dispiacere. «Nessun
luogo lo è ormai, lei sa che sono viva e mi cercherà ovunque.»
«Puoi venire a villa Galè con noi, Mel l'ha rifatta
com’era una volta, più o meno», le disse Kyle. «E sarai protetta», aggiunse
Alex.
«Ma voi dovete già proteggere Lùlea e..»
«E non è un problema, proteggeremo entrambe», la
interruppe Kyle e poi le sorrise.
«Va bene, non posso rifiutare, voi vampiri quando vi
mettete in testa una cosa, siete dei veri testardi», disse con affetto e salutò
Mab, ringraziandola per la breve ospitalità e per la protezione.
Tirai un grosso respiro quando finalmente uscimmo da
quel posto. Respirare di nuovo l’aria era qualcosa di piacevole e il piacere
non fu solo il mio, anche Alex e gli altri si riempirono i polmoni d’aria.
«Dobbiamo muoverci»¸ disse Dorothy passando fra i
resti della sua casa ormai ridotta in cenere. Restò impassibile, come se nulla
fosse, come se quella non era nemmeno la sua casa. Come poteva avere così tanta
indifferenza.
«Forza ragazzi, andiamo via di qua!», ripeté
nervosamente.
«Cosa ti preoccupa?», le chiese Kyle.
«Voglio solo andare alla villa, lì sarò al sicuro, lo
saremo tutti», disse camminando frettolosamente. Indossava una lunga gonna nera
di pizzo. I suoi capelli bianchi lucenti riflettevano con la luce della luna.
La seguimmo senza dir nulla. Dopo alcuni istanti di camminata Dorothy estrasse
un pugnale dalla lama d’argento e aprì un passaggio.
«Avanti, andiamo!», ci disse. Fu la prima a passare.
Ci ritrovammo davanti alla villa e questa volta fu lei a tirare un sospiro di
sollievo. Oltrepassò lo steccato, la porta si aprì e comparì una Mel
sorridente.
«Com’è bello riaverti qui», le disse andandole
incontro con le braccia larghe.
Dorothy sorrise e l’abbracciò. «E’ bello tornare»,
disse poi.
«E’ sempre la tua casa», le disse Mel. Entrammo tutti.
Dave e Kyle bevvero sangue da tazze che Mel aveva riscaldato. Dorothy si
sedette sul divano con una tazza di tè, Mat e gli altri ritornarono ai loro
rispettivi clan e Alex mi riportò a casa.
«E’ stata una notte un po’ movimentata. Devi riposare,
non ti restano molte ore di sonno», mi disse Alex.
«Di cosa parlavate tu e Mab?», chiesi mentre mi
ripulivo e mi preparavo per la notte.
«Della tua scelta. Prima o poi dovrai scegliere se
ritornare vampiro o strega», mi disse serio.
«Sai già la mia scelta»
«Non devi decidere perché ci sono io. Cosa avresti
fatto che se io non fossi esistito?»
«Alex non voglio nemmeno pensarci. E’ una cosa
assurda! Tornerò vampiro, voglio una vita eterna con te e se decidessi di
diventare una strega non potremmo farlo e non dirmi che mi amerai ugualmente.
Non dirmi che non è un problema, invecchierò se ben più tardi che un essere
umano, invecchierò e morirò. Non voglio separarmi da te, mai più!»
«Nemmeno io, ma come facciamo se quando distruggerai i
libri diventerai una strega? Non potremmo più tornare indietro.»
«Per questo prima di farlo voglio essere sicura che
non diventerò totalmente una strega. Voglio sapere il più possibile prima. Edeine
mi ha detto che devo scoprire ancora molto su di me. Non so per quale motivo me
l’ha detto ma è una cosa che voglio scoprire. Sento che abbiamo una soluzione,
che c’è la possibilità di distruggere i libri e di poter diventare un vampiro.
Scopriremo questa soluzione. Vedrai, andrà bene!», dissi piena di speranza. Ci
credevo sul serio.
«Sì, ma se dovessi scoprire che distruggendo i libri
diventassi una strega?»
«Non lo farò Alex. Cercheremo comunque i libri, li
nasconderemo in modo che Lauriee non li possa trovare e mi trasformerai, anche
contro il volere di tutti, sono io a decidere della mia vita!»
Ero soddisfatta di ciò che avevo deciso. Non avrei mai
rischiato di diventare una strega, non volevo esserlo. Volevo solo un’eternità
con lui e quella era un’ottima soluzione.
«Dormi
adesso. Non pensiamoci per ora», mi disse stringendomi a sé. Non feci fatica ad
addormentarmi, i miei occhi si chiusero immediatamente e non mi accorsi nemmeno
quando iniziai a sognare.
Non perdetevi le altre tappe del tour:
La saga Love Vampire è disponibile su Amazon.
Nessun commento:
Posta un commento