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giovedì 19 gennaio 2017

Vita da self: l'intervista di Dalila Porta


Vita da self è una rubrica in cui gli autori self si presentano e ci parlano della loro esperienza con l'autoppublicazione.
Oggi do il benvenuto a Dalila Porta.

Come sei venuto a conoscenza del self-publishing? 

Cercando su internet, credo su qualche blog…

Quando hai iniziato a pubblicare come self-publisher? 


Ho iniziato l’anno scorso con il mio primo romanzo Walnut Tree Walk – Camminando fra gli alberi di noce; è stata la mia prima esperienza, nel 2015. La mia seconda esperienza è stata con Morango – L’altra faccia dei Lunatici, e risale al settembre 2016.

Com’è venuta questa idea? Avevi già pubblicato prima con una casa editrice? 

Mi è venuta questa idea quando ho deciso di pubblicare un romanzo. Ne ho scritti vari anche se ne ho pubblicati soltanto due, fino ad ora. Non sapevo a chi rivolgermi, avrei voluto desiderare con una casa editrice, però ho pensato di tentare la via del self.

Come ti trovi con il self-publishing? Pensi sia un’alternativa conveniente a una casa editrice? 

Dipende. Se sai farti una buona pubblicità sicuramente abbatti i costi di pubblicazione e le percentuali sulle copie vendute. Tuttavia, per questa alternativa credo sia necessario avere molti ma molti amici, che leggano il libro e che siano disposti a condividere con persone che tu non conosci la loro esperienza di lettura.

Quali sono state le maggiori difficoltà ad autopubblicarti? 

La pubblicità. Solo ed esclusivamente la pubblicità. Non sapevo cosa fosse un epub prima di pubblicare, comunque non ho riscontrato particolari problemi a capire come convertire un file da pdf a epub.

Quali sono state le maggiori soddisfazioni? 

Andare sul sito di Feltrinelli Online e vedere il mio nome. Fare una presentazione in un caffè letterario e ricevere molti più ospiti di quelli che mi aspettavo.

A tuo avviso, il self-publishing avrà futuro in Italia? 

Non lo so. Onestamente, non lo so. O meglio, credo che il futuro del self publishing sia assicurato. Temo solo per la qualità delle opere pubblicate.

In generale, cosa pensi del self-publishing? Ti senti di consigliarlo? 

Sì e no. Io direi che, se trovate una buona casa editrice, non esitate. Ma se proprio non potete, il self publishing non è male. Molte case editrici hanno bisogno che lo scrittore sia in Italia, per interviste radio o presentazioni a livello nazionale. Ma questa è l’epoca dei viaggiatori, e magari si desidera scrivere e pubblicare sebbene si sia lontani da casa. In questo secondo caso, c’è una sola alternativa, l’autopubblicazione.

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