Recensione: "Fantasmi principeschi" di Stefano Falotico

21:27:00

Il libro di cui vi parlerò oggi è molto particolare, non apprezzabile da tutti. Un libro ricco di figure retoriche superbamente intrecciate, i cui protagonisti, i fantasmi, ci svelano qualche mistero e segreto di loro stessi. Sto parlando di "Fantasmi principeschi" di Stefano Falotico.

FANTASMI PRINCIPESCHI
Stefano Falotico

Casa editrice: Self-publishing
Genere: Narrativa
50 pagine ca.
Prezzo edizione cartacea: 6,80 euro
Prezzo edizione digitale: 1,99 euro

SINOSSI

I fantasmi che, acquietati, ci lustrano d’intensa lucentezza immaginifica in lune nere opalescenti o, inquietanti, c’appaiono mefistofelici nello scotere il nostro corpo di brividi acuti.
Acustici, lagrimiamo le nostre recondite, intimissime paure e, con i fantasmi, passeggiandovi assieme negl’incubi più fatali e lugubri, c’incamminiamo per sentieri meandrici dell’inconscio buio e più profondo, ne mordicchiamo assieme i lor cuori e, di cor(p)o spaventato, urliamo ululanti dinanzi ai lor racconti agghiaccianti.
Ancorati alla speranza ch’essi vivano e, davvero verissimi, esistano, davanti a loro esitiamo ma non resistiamo al lor epocale fascino, c’incateniamo incantati dalle lor storie di case infestate, dirimpetto ai lor maledetti spettri mor(t)ali, mordaci, gridiamo!
E, dai sepolcri più celati, i fantasmi più nascosti ci raggelano nell’emanarci dentro le anime nostre scoperte un sapor nitido d’evanescenza, d’ectoplasmatica vividezza.
Se amate le storie di fantasmi, il genere horror e il racconto del terrore, ebbene, di tutto questo non troverete nulla nel romanzo breve di Falotico. Qui, i fantasmi si presentano sotto forma di esseri pensanti, vagabondi, solitari, che ripercorrono le loro gesta e la loro vita, creando un vero e proprio romanzo di introspezione. Il fantasma è vivo, pensa, soffre, gioisce, prova rabbia.

In "Fantasmi principeschi" assistiamo al delirio onirico e quasi visivo dei fantasmi di Falotico. Attraverso uno stile narrativo molto particolare, fatto di svariate figure retoriche sapientemente incastrate le une con le altre, prendono vita fantasmi poliedrici, ironici e talvolta bizzarri. Essi rappresentano le nostre paure più recondite, sono i Joker, i babau, i Freddy Krueger, i Pennywise che accompagnano le nostre notti e i nostri giorni.

Il romanzo, in realtà, non è un vero romanzo. Non vi è un inizio e una fine. E', piuttosto, il peregrinare dei fantasmi che si fanno portavoce delle loro angosce, delle loro storie... delle loro critiche alla società, velate o apertamente declamate. Frammenti di vita vissuta fatti soprattutto per essere visti e sentiti, piuttosto che letti.


Lastrato di principesco ardore, fuggo, ruggisco,
fuggiasco o vigliacco, fiacco o ancora non stanco.





I numerosi verbi e aggettivi, infatti, rimandano a un libro da osservare e da ascoltare. Un libro che ci mostra delle immagini, dei quadri, che ci fa ascoltare una delirante musica, piuttosto che farci leggere qualcosa. Le visioni quasi oniriche e surreali mi hanno fatto spesso pensare a classici come Poe o Lovercraft, anche se il paragone è azzardato, soprattutto per la scrittura. Quello che Falotico e questi due grandi della letteratura del terrore hanno in comune, è il senso di tensione, di irrealtà, di confusione che il lettore prova.

Un libro che non è per tutti. Lo stile di scrittura, infatti, è molto complesso, e può risultare di difficile lettura, soprattutto per chi è abituato a un genere più romanzato. Bisogna entrare nella testa dell'autore, diventare noi stessi fantasmi, per poter comprendere e apprezzare al meglio questo libro. Una volta fatto ciò, e sono sicura che molti desisteranno, ma molti andranno avanti, il lettore può godere appieno della poesia creata da Falotico. 

Consigliato: a chi vuole leggere qualcosa di diverso e non banale e, soprattutto, più visivo.

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2 commenti

  1. Scrivi sempre delle recensioni meravigliose - ho preso il libro. Grazie per il lavoro che svolgi su questo blog!

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