Alice from Wonderland: RECENSIONE
21:24:00
ALESSIA COPPOLA
Alice from Wonderland
250 pagine
Dunwich Edizioni
Genere: Paranormal Romance
ISBN: 978-8898-361-67-0
Prezzo edizione cartacea: 9,90
euro
Prezzo edizione digitale: 2,99
euro
Cosa accadrebbe se Alice varcasse la dimensione di
Wonderland?
Quanto labile diverrebbe il confine tra lucidità e follia?
Una strega, un sortilegio e un libro sono il principio di tutto.
Alice non è più la bambina sprovveduta che vagheggiava tra labirinti di carte. È una giovane innamorata, alla ricerca della propria identità. Per trovarla viaggerà nel tempo e oltre il tangibile.
Scrittori, scienziati, circensi e matti sono i suoi compagni in uno straordinario viaggio verso una meta impossibile.
Sottomondo non è mai stato così sopra.
Che la magia abbia inizio, la tana del coniglio vi aspetta.
Quanto labile diverrebbe il confine tra lucidità e follia?
Una strega, un sortilegio e un libro sono il principio di tutto.
Alice non è più la bambina sprovveduta che vagheggiava tra labirinti di carte. È una giovane innamorata, alla ricerca della propria identità. Per trovarla viaggerà nel tempo e oltre il tangibile.
Scrittori, scienziati, circensi e matti sono i suoi compagni in uno straordinario viaggio verso una meta impossibile.
Sottomondo non è mai stato così sopra.
Che la magia abbia inizio, la tana del coniglio vi aspetta.
Innanzitutto, devo ringraziare di cuore la casa editrice Dunwich per
avermi inviato questo libro :D. L’ho praticamente divorato in tre giorni, e
quindi le mie emozioni non possono che essere positive. Premettendo che adoro
tutto il panorama carroliano, e anche le sue numerose “evoluzioni”, tra film,
libri e musica, il libro mi è davvero piaciuto molto, e ho apprezzato lo stile
di scrittura di Alessia Coppola.
L’Alice di Alessia è adolescente e la ritroviamo fin dalle primissime
pagine del libro in forte stato confusionario: infatti, non ricorda più chi è, né
da dove venga. Viene accolta da una nobile famiglia inglese perché ricorda loro
la figlia perduta recentemente, ma Alice sa che quella non è la sua strada. Una
pulsione profonda, assieme a uno strano incontro che le solletica la mente, la
spingono presto ad allontanarsi, per cercare di trovare il vero io. La sua
avventura la condurrà a Londra, dove, piano piano, ritroverà il suo essere, ricordando
chi è e da dove viene. Alice rintraccerà anche, progressivamente, tutti i suoi
compagni, i personaggi del romanzo di Carroll. Ricorderà che fu grazie al
desiderio dello scrittore e alla magia di due streghe, che loro poterono emergere
dalle pagine del romanzo e prendere vita e sembianze umane e che, alla morte di
Carroll, piombarono in un abisso senza fondo che li avrebbe portati ad
allontanarsi e a dimenticarsi l’uno dell’altro.
Adesso, ricongiunti, i “matti”, gli abitanti del Paese delle Meraviglie
vogliono ritornare a casa, la loro vera casa, anche se Alice, come ogni
teenager, deve anche affrontare problemi di cuore che vogliono lacerarla in
due: il tenero amore che prova nei confronti di Edmund, il Cappellaio Matto, e
l’attrazione nei confronti di Algar, il Brucaliffo, un personaggio molto
ambiguo mosso da sentimenti contrastanti. La pazza combriccola dovrà affrontare
situazioni più disparate, tra viaggi nel tempo e voli da un oceano all’altro,
prima di ritrovarsi a un passo dalla soglia del Paese delle Meraviglie. Ma è
proprio quella la loro strada?
“Credo
che sia giusto che cerchi da te la tua strada. Troverai sassi lungo il cammino,
tanti che si infileranno nelle scarpe e che ti indurranno a fermarti per
cavarli via. Troverai vetri rotti su cui camminare scalza. Troverai sabbia e
argilla, in cui affondare. Ma forse anche rose, disseminate sotto ai tuoi
piedi, come i petali sugli altari”.
La cosa che mi è immediatamente balzata alla mente è lo stile di
scrittura di Alessia, inframmezzato da numerosi pensieri profondi che riescono
a farti entrare in pieno nella mente della protagonista, Alice. Proprio perché io
non riesco molto ad apprezzare i romanzi scritti in prima persona, queste
riflessioni mi hanno molto aiutata a immedesimarmi nei panni di Alice, prima di
tutto una giovane ragazza che non solo vuole ritrovare la via di casa, ma vuole
anche districare la matassa rossa che le aggroviglia il cuore.
“Ho la sensazione di perdermi”.
“Chi di noi non si è mai perso? Bisogna perdersi per ritrovarsi”.
Proprio questa pulsione, questo desiderio di ritrovare se stessi e le
proprie radici, è alla base dell’intero romanzo. Alice, Edmund, Wade, il
Bianconiglio, la Regina Rossa, e tutti gli altri personaggi che abbiamo tanto
apprezzato nel racconto di Carroll, sono qui dei semplici uomini, delle persone
che nutrono un profondo affetto l’un l’altro e che desiderano ritrovare la via
di casa, anche a costo di strambi viaggi nel tempo e da un continente all’altro
in cima a una nave-mongolfiera. Sono soprattutto le loro passioni, a renderli
così umani e così diversi dai bizzarri individui scaturiti dalla penna di
Carroll. Così diversi ma anche così uguali, poiché Alice e gli altri sentono di
non appartenere al mondo degli umani in cui sono piombati grazie al desiderio
di Carroll.
“C’era
poco da fare per noi anime incomprese, inquiete e percosse come note di
strumenti scordati. Non esisteva cura alla nostra instabilità, come non
esisteva sollievo per il senso di solitudine che ci dava il mondo”.
Un punto molto positivo del romanzo è l’essere riusciti, con pochi
tratteggi, a riscrivere da zero un personaggio, che del vecchio porta forse
solo il nome. Prendiamo, ad esempio, Edmund, il Cappellaio Matto: nella storia
di Alessia è un ragazzo, e come tutti i ragazzi anch’egli prova dei sentimenti,
degli affetti, dei veri e propri scoppi di gelosia nei confronti di Alice e del
suo ambiguo rapporto con Algar. Ma egli è anche il Cappellaio Matto carroliano,
e lo vediamo cimentarsi in battute e discorsi che solo lui può comprendere,
dandovi quell’aurea di “matto” che è nel suo nome.
La normalità
è una maschera. Una posa. La follia è il vero volto dell’uomo.
La follia, l’essere diversi, è un aspetto molto importante che lega
Alice e i suoi amici. Loro sono diversi. Loro sentono di essere diversi, sanno
che l’aurea di follia che li caratterizza non è un aspetto negativo, bensì
connota il loro essere. Follia che qui è descritta come parte dell’anima che
guida un corpo, parte delle emozioni che fanno battere il cuore e che spingono
una persona a determinate azioni. La follia, forse, è parte integrante di noi
stessi.
Senza un
briciolo di pazzia che saremmo noi, se non alberi senza foglie? Secchi, rigidi,
immobili. Le foglie sono per gli alberi ciò che per noi è la follia: il
movimento, la linfa così come il frutto.
Anche l’amore è folle. L’amore, che nel libro di Alessia viene descritto
come un qualcosa che ci spinge a compiere le azioni più disparate, e disperate.
Ad esempio Algar, il personaggio che mi ha più intrigata e che avrei preferito
fosse maggiormente caratterizzato. Gli stacchi del racconto sul suo punto di
vista, sulla sua voce narrante che cerca di dare una spiegazione razionale alle
sue azioni irrazionali, spinte dalla passione, sono stati quelli che mi sono
piaciuti di più.
“Cos’avevo
fatto? L’amore ci riduce a uno spettro di noi stessi. L’amore piega la ragione.
L’amore è un assassino crudele”.
Algar potrebbe sembrare il cattivo della situazione, l’antagonista, ma,
secondo me, egli è solamente schiavo del destino, succube alla passione, all’amore
che prova per Alice, e che lo spinge a compiere azioni anche drastiche.
L’amore è
folle. L’amore cos’è se non un tuffo nel vuoto senza paracadute? È un atto di
fede, una confessione, così come una preghiera o un’opera d’arte. L’amore è un’altalena
che oscilla tra sogno e realtà.
Ho apprezzato molto anche il “doppio” finale, ossia, il finale “classico”
del libro, e quello alternativo. Non vorrei fare spoiler, quindi mi limiterò a
dire che, non apprezzando molto gli happy endings, il primo finale è quello che
mi ha entusiasmata di più, anche perché apre la strada a numerosi altri
interrogativi e, forse, a nuove avventure.
In conclusione, visto che mi sono dilungata molto, non posso che dare
una valutazione pienamente positiva al libro di Alessia, che mischia atmosfere
romance e fantasy a vere e proprie riflessioni sulle passioni dell’uomo. Unica
nota ‘negativa’ (se così si può dire ^^): avrei preferito una descrizione più
approfondita del rapporto tra Alice e Algar.
Un occhio di riguardo va anche alla copertina, forse una delle più belle
che mi sia capitata di vedere ultimamente.
In definitiva, un grosso ‘complimenti!’ ad Alessia, e spero di leggere
altri suoi libri (chissà, magari altre avventure di Alice?)
Il mio voto: 4/5
4 commenti
Ciao Emanuela!!!
RispondiEliminaBellissima recensione! Devo leggere assolutamente questo libro perchè io amo Alice nel paese delle meraviglie e tutto ciò che riguarda questa storia!! *_* prima però cercherò di smaltire qualche libro della mia TBR estiva -.-"
P.S. ho scoperto adesso il tuo blog, mi piace molto il nome! E boh se ti va di passare dal mio sei la benvenuta, un bacio
Ciao, grazie mille per il commento!!! PAsserò certamente dal tuo blog :D
EliminaAppena riesci leggilo, merita davvero!!!
Ciao Emanuela, grazie di cuore per questa splendida recensione. Sono felice che ti sia piaciuto. ^_^
RispondiEliminaDi niente :D E ancora complimenti ^__^
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