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domenica 11 settembre 2016

Vita da self: l'intervista di Andrea Ventura


Benvenuti al secondo appuntamento con la rubrica "Vita da self", dedicata al mondo del self-publishing e alle esperienze dirette di autori autopubblicati. Il secondo autore che ha acconsentito alla mia intervista è Andrea Ventura (ha pubblicato "Le avventure del Puntatore").

Come sei venuto a conoscenza del self-publishing? 

Sono venuto a conoscenza del self-publishing quando stavo cercando un modo di promuovere il mio libro d’esordio, “Le avventure del Puntatore”. Inizialmente mi sono occupato integralmente della pubblicazione e della promozione, ma successivamente ho deciso di integrarmi nei gruppi social appositi per ritagliarmi uno spazio tutto mio e quindi farmi conoscere come autore. 

Quando hai iniziato a scrivere come self-publisher? 

In realtà, non saprei dire quando ho “cominciato”, perché l’idea di pubblicare un mio manoscritto mi ha accompagnato sin da quando ho cominciato a scrivere storie totalmente mie, e non fan fiction. Quindi, per risponderti, posso dire che ho cominciato a scrivere come self nel momento in cui ho desiderato buttarmi in questa via, dopo aver ascoltato un sacco di testimonianze negative sulle Case Editrici e aver scoperto il mondo del self stesso. 

Com’è venuta questa idea? Avevi già pubblicato prima con una casa editrice? 

No. Come ho detto prima, ho indagato un po’ sul mondo delle pubblicazioni e, non ritenendomi all’altezza o comunque non pronto per pubblicare con una Casa Editrice, e considerando il fatto che il genere in cui scrivo non viene preso in considerazione da tutti, ho deciso di diventare un self approdando su Amazon nel 2014. 

Come ti trovi con il self-publishing? Pensi sia un’alternativa conveniente a una casa editrice? 

Sì, al momento sono molto soddisfatto della mia carriera da self. Ritengo tuttavia che il tempo da spendere per farsi pubblicità e far conoscere il mio prodotto sia molto, quindi se devo dire un difetto indicherei questo. Ciononostante, è un’alternativa conveniente a una casa editrice, perché dà la possibilità a tutti di pubblicare il propri manoscritto e le proprie idee, con tutto ciò che poi ne consegue. Mi riferisco a prodotti non editati (com’è stato il mio caso), libri non interessanti e nel peggiore dei casi scritti male. 

Quali sono state le maggiori difficoltà ad autopubblicarti? 

Non ho incontrato difficoltà nell’auto pubblicarmi, perché il sito Amazon è molto intuitivo e in ogni modo ho usato una guida esterna per poter pubblicare. Inoltre, offre all’utente la scelta di qualsiasi aspetto, sia del formato digitale sia del cartaceo. Pertanto, mi son trovato bene e posso dire di essere soddisfatto di questa mia esperienza. 

Quali sono state le maggiori soddisfazioni? 

Due sono state le maggiori soddisfazioni: la prima, il giorno in cui un utente che non conoscevo ha comprato il mio libro e mi ha recensito. Quello è stato un bellissimo giorno e inoltre ha acquistato il mio ebook nonostante in quel periodo non fosse ancora editato e lo ha comunque apprezzato dandogli quattro stelle. La seconda soddisfazione è stata più recente, e si riferisce al giorno in cui una ragazza mi ha mandato la foto del mio libro cartaceo. Vederlo lì, in bella vista e reale, col mi nome scritto sopra ha contribuito molto a risollevarmi il morale dopo una giornata faticosa. 

A tuo avviso, il self-publishing avrà futuro in Italia? 

Ho fatto un piccolo sondaggio sui miei conoscenti a questo proposito, e ho visto che la maggioranza preferisce il libro della Casa Editrice piuttosto che la vasta gamma di titoli che esistono su internet ma che sono autopubblicati. Da una parte questa risposta mi è dispiaciuta perché io, essendo un self, non attirerò mai la loro curiosità quanto invece un libro acquistabile in libreria, dall’altra parte mi ha fatto capire che, per rispondere alla domanda, il futuro del self publishing dipende da ogni singolo soggetto e quanto è disposto a spendere per veder realizzato il suo sogno. 

In generale, cosa pensi del self-publishing? Ti senti di consigliarlo? 

In generale penso che sia un bell’universo, specchio della società in cui viviamo. In tutto questo tempo, ho avuto la fortuna di conoscere persone davvero eccezionali e per fortuna nessun “scocciatore”, se vogliamo chiamare così coloro i quali ti contattano ossessivamente per comprare questo o quel libo o per recensire. Mi sento di consigliarlo a tutti coloro che vogliono fare della scrittura un hobby “remunerativo”, ossia tutti coloro i quali vogliono guadagnare qualche spicciolo senza avere il patema di diventare famoso a tutti i costi e vivere della propria scrittura.

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