Recensione: "Lovercraft's Innsmouth" di Claudio Vergnani

20:29:00

Ultimamente tra le mie letture sto annoverando molti thriller psicologici e horror: ho trovato anche dei validi autori che possono diventare degni successori del buon Stephen King. Questa sera voglio parlarvi di un horror uscito recentemente della Dunwich Edizioni: "Lovercraft's Innsmouth" di Claudio Vergnani.
LOVERCRAFT'S INNSMOUTH
di Claudio Vergnani

Editore: Dunwich Edizioni
Genere: Horror
Collana: Ritorno a Dunwich
462 pagine
Prezzo edizione cartacea: 11,90 euro
Prezzo edizione digitale: 2,99 euro (gratis per Kindle Unlimited)
ISBN: 9788898361373

SINOSSI  

“… Ritroviamo i due personaggi come perplesse guardie del corpo di un professore – tal Franco Brandellini – in visita presso una specie di Disneyland lovecraftiana sulle coste del Massachusetts: una Innsmouth farlocca dove i turisti assistono a finti rituali e vagano sghembe comparse camuffate da uomini pesce. Possibile che sotto il velo della mascherata ci sia qualco­sa di vero? O anche questo rientra nel gioco di specchi e di nebbia di una situazione continuamente cangiante, dove le cer­tezze sembrano slittare come i piedi sull’umidore della costa?” (dalla prefazione di FRANCO PEZZINI)


Da amante di Lovercraft non potevo lasciarmi scappare questo romanzo che, dal titolo, è un omaggio alla mitica città simbolo dell'omonima "maschera" (i fan di Lovercraft sanno di cosa sto parlando). In realtà, il romanzo di Vergnani conserva poco dei temi lovercraftiani, andando a sviluppare un mondo tutto suo, dove realtà e fantasia si mescolano tra loro, dove il lettore non sa più se quello che ha davanti è finzione... o no.

Claudio e Vergy, i due protagonisti, per arrotondare il (misero) lunario, acconsentono di fare da guardia del corpo allo studioso e amante di Lovercraft, Franco, accompagnandolo nella Lovercraft's Innsmouth, una ricostruzione turistica della leggendaria città; un vero e proprio luna park, dove figuranti dalla testa di pesce si aggirano e si mescolano ai turisti, e dove tutto è curato al dettaglio, con lo scopo di ricreare una lugubre cittadina, degna di un romanzo horror che si rispetti. Ben presto, Claudio e Vergy cominceranno ad accorgersi che c'è qualcosa che non va... Anzi, che c'è qualcosa. Qualcosa che si aggira tra le catapecchie di Innsmouth, e che forse è più vero di quanto non possa sembrare...

Partendo dalla ricostruzione di Innsmouth e dalle lugubre atmosfere che circondano la città e i suoi abitanti, Vergnani è riuscito a mantenere l'aurea di orrore e blasfemia tipica di ogni racconto lovercraftiano, infarcendolo, però, di quel pizzico di ironia che spesso ritroviamo nei film d'avventura holliwoodiani.

Inoltre, Vergnani ha creato dei personaggi che sono un po' i prototipi dell'uomo e dei suoi vizi/virtù. Claudio e Vergy rispecchiano, rispettivamente, il credente e il miscredente: Claudio è  preparato alla scoperta e all'accettazione dell'impossibile. E' la cosiddetta mentalità aperta, che non necessariamente ha una spiegazione a tutto e, pur non avendola, riesce a far quadrare il tutto. Vergy è l'esatto contrario: irascibile, dotato di ironia pungente, spesso può sembrare più, passatemi il termine, conservatore, sempre mantenendo la dicotomia "possibile/impossibile". Egli cerca una spiegazione a tutto, vuole mantenere la propria razionalità e lucidità anche in un contesto che di razionale ha ben poco. Franco e Mariko, di contro, sono i discepoli di una nuova "religione", che ha Lovercraft alla base. Una "religione" (è doveroso mantenere le virgolette) che si fonda sulla credenza, quasi, cieca, che l'impossibile è reale. Un po' come se i vari Chtullu, Dagon e via dicendo fossero i nuovi Messia portatori di un nuovo credo.

Un altro punto molto importante del romanzo che secondo me l'autore ha voluto sottolineare riguarda la critica (celata o meno) della nostra società: tutti gli uomini sono guidati da emozioni, passioni, sentimenti, talora anche primordiali. Tuttavia, tutti i buoni propositi e le azioni vengono messi in secondo piano quando si tratta del dio Denaro. Perfino Lovercraft's Innsmouth, reale o farlocca che sia, è assoggettata alle regole del denaro sonante. La farsa ha l'unico scopo di ingrossare le casse della solita élite

Nel complesso ho più apprezzato l'idea di fondo che sta dietro il libro che la storia stessa, che a volte ho trovato un po' lenta da leggere, con momenti di soli dialoghi che forse avrebbero dovuto essere alleggeriti un poco. In ogni caso, l'autore è stato molto abile nello scrivere di qualcosa che già esiste senza necessariamente cadere nell'imitazione o nella cosiddetta fanfiction.

Consiglio "Lovercraft's Innsmouth" a tutti coloro che amano gli horror più "soft", senza scene troppo violente o splatter, ma con un forte contenuto di azione.

Il mio voto:



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