Le segnalazioni del martedì: "Alla ricerca di me" di Enrica Leone

17:49:00

Le segnalazioni del martedì" è una rubrica a carattere settimanale o bisettimanale dove sono racchiusi tutti i romanzi che non rientrano nelle altre macro rubriche a carattere tematico presenti nel blog, oppure appartenenti a case editrici.

Buon martedì a tutti e bentornati all'appuntamento con la rubrica "Le segnalazioni del martedì". Quest'oggi vi presento il nuovo romanzo di Enrica Leone, "Alla ricerca di me"; un romanzo che tratta un tema molto complesso come quello dell'adozione.

ALLA RICERCA DI ME
Enrica Leone

Casa editrice: Self-publishing
Genere: Narrativa
282 pagine
Prezzo edizione cartacea: 9 euro
Prezzo edizione digitale: 3,51 euro


SINOSSI 

Vittoria sembra avere tutto ciò che una ragazza di venticinque anni desidera: una famiglia, una migliore amica che è quasi una sorella per lei, un lavoro che adora e un fidanzato che presto diventerà suo marito. Le cose cambiano quando scopre per caso di essere stata adottata. Dopo una prima reazione di rabbia, Vittoria decide che è arrivato il momento di fare chiarezza nella sua vita, di cercare quel tassello mancante della sua esistenza. Parte così per un viaggio sia interiore, alla ricerca di sé stessa, sia materiale, sulle tracce di sua madre, che la porterà da Torino, la sua città, a Milano. Accanto a lei ci sarà sempre Lucia, essa stessa protagonista di questa storia e di un amore mai vissuto veramente che a distanza di più di vent’anni le fa battere ancora il cuore ed è in grado di farle rimettere tutto in discussione. Alla ricerca di me non è un romanzo rose e fiori, ci sono momenti difficili da affrontare, legami che si spezzeranno e che non si ricreeranno più, oppure che saranno in grado di ricomporsi sotto un’altra forma, nuovi e vecchi incontri all’ombra della Gran Madre nel capoluogo piemontese e del Duomo di Milano. Racconta la storia di chi adotta e di chi è adottato facendo scoprire al lettore un mondo tanto complesso, quanto meraviglioso.

A distanza di più di due anni, “Alla ricerca di me” è il mio secondo romanzo. Un lavoro a cui tengo molto, non solo per il tema trattato, ma anche per come, e soprattutto quando, lentamente ha preso vita. Ho iniziato a scriverlo circa due anni fa, quanto mi apprestavo a cominciare un nuovo capitolo, importante, fondamentale, della mia vita. Un capitolo fatto di persone, posti ed esperienze nuove. Anche grazie a loro oggi sono una persona, non dico nuova, ma diversa. Ed è proprio anche a tutte queste “nuove” persone che dedico “Alla ricerca di me”. Non sono io a dover dire se il mio romanzo è bello oppure no, io posso solo dirvi, con tutta sincerità, quanto tenga a lui. L’ho curato nei minimi dettagli, l’ho amato e protetto fino ad oggi, giorno in cui credo sia pronto per spiccare il volo. Una menzione speciale va a Serena Cendron, la mia illustratrice, ma prima di tutto amica, che ne ha realizzato la copertina. Abbiamo scelto la Gran Madre di Dio di Torino e la sua maestosa gradinata, perché è uno dei luoghi cardine di “Alla ricerca di me”. Un luogo di incontri, di scontri, di ricordi passati, un luogo di costruzione. Serena ha racchiuso nel suo tocco d’artista tutto ciò che nemmeno a parole si può descrivere: la bellezza. Di questo le sarò infinitamente grata. Ci sono tanti grazie che dovrei dire alla fine di questo lungo percorso, i più sono racchiusi nell’ultima pagina del libro, uno in particolare va alla persona alla quale questo libro è dedicato. Non ne farò il nome, non è questa la cosa importante. È fondamentale solo ringraziarla, perché sono anni che attraverso le sue parole e i suoi gesti, mi rendo sempre più conto di quanto sia importante non smettere di provarci, perché prima o poi ognuno di noi sarà in grado di trovare e valorizzare il proprio talento. Ho scritto questa storia perché mi sono resa conto che, almeno per quanto riguarda i libri che ho letto io, non ho mai trovato trattata questa tematica: le adozioni. Adottare significa accettare di amare incondizionatamente qualcuno che diventa tuo figlio, ma che non sei stata/o tu a generare. Vuol dire essere madre non di pancia, ma comportarsi come se lo si fosse. Ma se tutto questo non si avverasse? Se quel amore incondizionato di cui l’adozione diviene portatrice sana non si realizzasse? O almeno non a pieno? Ecco io ho voluto raccontare questo lato della medaglia, ho voluto descrivere quel senso di vuoto che circonda chi scopre che le proprie radici non sono quelle che ha sempre pensato, del resto il mio personaggio capisce, dopo venticinque anni, che il terreno su cui ha camminato per tutto questo tempo era sintetico, privo di fondamenta. Ho voluto anche raccontare quanto possa essere difficile per un genitore accettare di non poter mettere al mondo sangue del proprio sangue. La mia è una storia come tante, non a caso, appena pubblicato il romanzo, ho ricevuto alcuni messaggi di persone che mi ringraziavano perché in “Alla ricerca di me”, si sono identificate. E questa per me, è la soddisfazione più grande.

...un estratto...

Alle sei Vittoria era già sveglia, ammesso e non concesso che quella notte fosse riuscita a prendere sonno. Di emozioni, la sera prima, ne aveva avute tante: l’anello, la proposta di matrimonio, la sorpresa nel vedere per la prima volta tanta complicità tra i suoi genitori e il suo fidanzato, anzi ormai futuro marito.
Era ancora avvolta dalle coperte, ma il sonno non c’era già più. Di scatto alzò la mano per controllare che non fosse stato tutto un sogno, ma quando vide quel magnifico solitario troneggiarle al dito si tranquillizzò e realizzò che non era stato frutto della sua fervida immaginazione, ma che era accaduto tutto davvero. Non ricordava bene cosa fosse successo subito dopo quel SI, aveva un evanescente ricordo di tre bicchieri di spumante che scesero giù nella sua gola praticamente uno dietro l’altro, ma se qualcuno le avesse chiesto qualche altro dettaglio non avrebbe saputo rispondere. Di una cosa era certa, era felice.
Lucia stava preparando la colazione, anche lei era ancora scombussolata dal turbinio delle emozioni che si erano susseguite la sera prima, ma al contrario della figlia, ricordava tutto con estrema lucidità e aveva anche ben chiaro in testa che cosa sarebbe successo di lì a pochissimo tempo. Già si prefigurava scene da film come “Il padre della sposa” dove tutti si prodigano per rendere il matrimonio perfetto, con un Weddings Planner un po’ pazzo che corre di qua e di là per trovare i fiori giusti, il vestito perfetto, la torta più buona o la location migliore, il tutto coronato da assegni da capogiro accompagnati da tanti…troppi zeri. Probabilmente però quella non era la più grande paura di Lucia, sicuramente distribuire soldi così a destra e a manca non le faceva certo piacere, ma l’aveva messo il conto. Vittoria era la sua unica figlia e voleva il meglio per lei, ma il terrore di Lucia era un altro. Qualcosa che aveva a che fare con il suo passato, un argomento che per paura o codardia non aveva mai affrontato con Vittoria, qualcosa che aveva lanciato via, lontano da sé e che in quel momento le stava tornando indietro come un boomerang. Sentì i passi di Vittoria farsi sempre più vicini, cercò di scacciare dal volto i cattivi pensieri e di assumere un atteggiamento quanto più possibile felice o per lo meno cercò di assumere quell’espressione che sua figlia si sarebbe aspettata di vedere all’indomani di una serata molto importante.
“Buon giorno mamma!” gridò la ragazza sbucando dalla porta, era radiosa in volto e gli occhi le brillavano.
“Ehi, buon giorno tesoro…però abbassa la voce che sveglierai papà altrimenti!”
“Perché? Ancora dorme?” chiese mentre sgranocchiava un biscotto e si versava un caffè appena fatto.
Lucia, sentendo che la sua faccia si stava nuovamente irrigidendo e che l’apparente serenità stava cedendo il posto alla tensione, cercò di trovare una scusa che fosse il più possibile convincente, perché non era certo quello il momento di “confessare” i suoi peccati.
“Beh ieri sera eravamo entrambi molto emozionati e poi lo sai per un padre vale il doppio…ha faticato a prendere sonno!”
Vittoria stava sì ascoltando la madre, ma in realtà aveva la testa altrove. Voleva vedere il prima possibile la sua migliore amica Viola per raccontarle cosa era successo e poi a pranzo doveva incontrarsi con Andrea per mettere a punto l’annuncio da fare ai suoi genitori che ancora non sapevano nulla. Finì in fretta di fare colazione e mandò un sms all’amica:
“Dobbiamo vederci assolutamente, ti devo dire una cosa importante.
Vediamoci tra un’ora fuori dal Sant’Anna!”
Messaggio sintetico, ma che se conosceva almeno un po’ Viola, l’avrebbe fatta scapicollare in ospedale almeno mezz’ora prima.
“Mamma io scappo, ci vediamo sta sera…saluta papà!”
“Va bene…ciao tesoro!” disse Lucia sparecchiando la tavola e guardando l’orologio che correva incessantemente verso l’ora del lavoro. Finalmente era sola e poteva essere sé stessa, l’angoscia schiacciata fino a qualche minuto prima riaffiorò prepotentemente ed era sicura che non l’avrebbe lasciata. L’incubo peggiore della sua vita era tornato a fare capolino. Si sedette un momento al tavolo, aveva bisogno di qualche minuto per riordinare le idee, ma il marito non gliene diede il tempo.
“Edoardo, ti sei svegliato!”
“In realtà ero sveglio da un bel po’… ma ho preferito aspettare che Vittoria se ne andasse”
“Tu lo sai vero che…”
“Lucia ti prego. Ne abbiamo già discusso ieri sera e anche gran parte della notte”
Edoardo era nervoso ed agitato. Non l’aveva mai visto così. Anzi no, a sua memoria, solo una volta aveva avuto la stessa reazione e per lo stesso motivo. Convenne con sé stessa che forse, almeno per il momento, era il caso di lasciar perdere la discussione, era tardi ed entrambi dovevano andare a lavorare.
“Ti preparo un caffè, poi vado che è tardi!”
“Lascia stare Lucia, è tardi anche per me. Lo prendo al bar, in Ospedale”
“Fai cosa vuoi!” sussurrò la donna, in modo che il marito non la potesse sentire, perché sapeva benissimo come sarebbe andata a finire altrimenti.

L'AUTRICE

Enrica Leone è nata a Lecco nel 1991. Frequenta la facoltà di Giurisprudenza all’università di Pavia. È una giornalista freelance per due testate web: Libero Pensiero e IlTitolo per il quale cura anche una rubrica settimanale su IlTitoloTv, dove analizza la televisione italiana nei mini dettagli. Ha un blog, http://libriperdutidienricaleone.com/ in cui raccoglie tutti i suoi articoli, ma soprattutto recensisce i libri da lei letti. Al suo attivo ha già un romanzo pubblicato nel 2014 dal titolo Basta Avere Coraggio.

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